Aumenta la cassa integrazione per gli ex Ilva in As, ma per l’adeguamento ai dati Istat della cassa integrazione, diminuisce ed in taluni casi si azzera del tutto, l’integrazione salariale a causa di un sistema di calcolo che determina questo come inevitabile conseguenza. Questo quindi evidenzia che non deriva dall’adeguamento alcun beneficio per i lavoratori.
Abbiamo sollecitato sull’argomento sia il passato Governo, che quello attuale e, pur avendo ricevuto rassicurazioni, nulla è cambiato.
Va assolutamente reimpostato il ricalcolo dell’integrazione salariale; la nostra proposta è quella di calcolare il 10% sull’imponibile contributivo. Da qui la richiesta ai parlamentari di terra ionica, a lavorare perché venga inserita questa modifica nel primo decreto utile.
Peraltro dei 15 milioni annui previsti per coprire l’integrazione salariale, viene spesa puntualmente solo una piccolissima parte.
Su altro piano intanto, i corsi di formazione destinati alla ricollocazione della stessa platea di lavoratori, sembrano ancora lontani dalla partenza, nonostante l’ultimo incontro in Regione. Chiediamo lumi sui forti ritardi: sono ormai anni che si parla di questi percorsi formativi, senza che diventino realtà. Sollecitiamo quindi la Regione perché si possa recuperare il tempo perso.
In ultimo, ma assolutamente importante, auspichiamo che si possa velocemente aprire un tavolo di discussione con Ministero del Lavoro, e Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per parlare seriamente di un accordo di programma che davvero vada a tutelare i lavoratori sotto ogni punto di vista: occupazionale, sanitario/ambientale e della sicurezza.
Franco Rizzo Esecutivo Confederale Usb