Acciaierie d’Italia porta all’esasperazione il rapporto con le aziende dell’appalto, bloccandole e apre a Taranto un altro pesantissimo capitolo sul piano occupazionale. Non sono meno di 2.000 i lavoratori ai quali da lunedì sarà negato l’ingresso in fabbrica con disattivazione del badge. Unico scopo di Acciaierie d’Italia è quello di avere altro denaro. Riteniamo che le risorse pubbliche non devono servire per pagare i debiti contratti da Adi, ma bensì per mettere in sicurezza la fabbrica e per la comunità. Giusto, a nostro avviso, che ci sia un aumento della quota societaria dello Stato che lo farebbe diventare maggioritario rispetto al privato. Questo è quello che Usb chiede al Governo. La nostra organizzazione sindacale è decisamente preoccupata per le conseguenze di questo atteggiamento che va inevitabilmente a surriscaldare il clima, già caldo, all’interno dell’acciaieria tarantina. Un invito alla politica ad essere accanto a noi, e soprattutto ai lavoratori e alla città in questa ennesima battaglia in difesa del territorio.
Franco Rizzo Coordinatore provinciale USB Taranto