Fiom, Uilm e Usb rispondono alle aziende dell’appalto: “Gestione scellerata dell’AD Morselli che favorisce la multinazionale a discapito dei lavoratori del territorio. È inopportuno sostenere chi offende le piaghe della nostra comunità”
Tempestiva la risposta delle tre organizzazioni sindacali al gruppo di aziende dell’indotto che nella giornata di ieri, con una nota, ha definito inopportuna l’astensione dal lavoro e la manifestazione romana, peraltro condivisa con Comune di Taranto e Regione Puglia. Così in una nota congiunta Francesco Brigati, Segretario Generale della Fiom Cgil, Davide Sperti, Segretario Generale della Uilm e Francesco Rizzo, Esecutivo Confederale Usb:
“Inopportuno è il modus operandi che porta ad affamare i dipendenti, schiacciati tra ritardi nel pagamento degli stipendi e preoccupazione per un futuro lavorativo sempre più incerto a causa anche di accordi con la multinazionale che hanno di fatto allungato i tempi di pagamento per le imprese scaricando sui lavoratori tale scelta. Inopportuno e fuori luogo è l’atteggiamento di quelle imprese che da un lato rivendicano il pagamento delle fatture scadute per inadempienze da parte della multinazionale e dall’altra vorrebbero programmare il futuro della siderurgia con gli stessi che producono debiti e devastazione sociale. Siamo nelle classica situazione in cui si socializzano le perdite e si privatizzano i profitti. Sono le stesse aziende che da un lato si esprimono senza lasciare troppo spazio all’interpretazione, bocciando sonoramente la gestione Morselli, e dall’altro escono con comunicati stampa, con a capo un uomo nominato di ArcelorMittal, a sostegno proprio di chi continua a trattare come carne da macello i lavoratori, non garantendo loro un lavoro che possa essere degno di essere chiamato così, nè ambienti di lavoro sicuri e puliti, quindi a sostegno di chi snobba sindacati e amministratori del territorio che ospita l’industria, e quindi non rispetta affatto la comunità.
È inopportuno oltre che vergognoso, fare profitti attraverso l’arretramento delle condizioni normative e salariali dei lavoratori, prevedendo trasformazioni contrattuali da CCNL metalmeccanico ad altre tipologie contrattuali che non rispecchiano le mansioni svolte dai lavoratori all’interno della grande fabbrica, dietro il ricatto della salvaguardia occupazionale. Pertanto, siamo chiamati a fare il nostro lavoro, a tutelare i lavoratori e la tenuta delle loro famiglie. Infine, quindi, non solo confermiamo la mobilitazione che si terrà a Roma mercoledì 11 gennaio, ma annunceremo altre iniziative durante la conferenza stanza convocata per la giornata di domani 5 gennaio alle ore 11:00 in piazza Bettolo 1/c. Siamo sempre più convinti della necessità di costruire un fronte comune per una giusta transizione ecologica e sociale per i lavoratori e la città che può avvenire esclusivamente attraverso l’intervento pubblico.