Si è svolto ieri il primo incontro sindacale relativo al cambio d’appalto del call center di Enel Energia di Taranto che coinvolge circa 450 lavoratrici e lavoratori. Il confronto è partito nel peggiore dei modi, a causa delle dichiarazioni di Network Contacts, la società aggiudicataria dell’appalto, di assumere solo una parte del personale attualmente in forza, ridurre le ore di lavoro contrattuali e demansionare una parte dell’organico, facendosi apertamente scudo della possibilità di procedere in questo modo prevista dalla stessa “clausola sociale” del contratto nazionale di lavoro sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil, mostrandone spietatamente tutti i limiti. Nella trincea di Taranto, dove tramite il ricatto occupazionale si è potuto persino calpestare il diritto alla vita di tutte e tutti, si apre quindi un nuovo fronte di crisi che riguarda centinaia di lavoratrici e lavoratori già prigionieri da anni di un lavoro povero, fatto di bassi salari, poche ore di lavoro e precarietà contrattuale.
E’ il feroce sistema degli appalti che consente al committente Enel, da un lato, di incassare gli extraprofitti derivanti dagli aumenti delle bollette e, dall’altro, di aggiudicare al massimo ribasso il servizio di assistenza clienti ad una società, Network Contacts, che lamenta al tavolo di trattativa una generalizzata situazione di crisi tale da giustificare il taglio dei posti di lavoro e del salario, che richiede, senza successo, al Ministero del Lavoro l’accesso agli ammortizzatori sociali e a Cgil, Cisl e Uil la proroga di un accordo sindacale sulla riduzione del costo del lavoro appena scaduto. Un sistema di ricattabilità e arretramento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori tanto più perverso quando viene promosso dallo Stato che, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è il maggior azionista della stazione appaltante Enel. L’USB considera inaccettabile non solo il merito della proposta aziendale, ma anche il tentativo di Network Contacts di esasperare da subito questa trattativa per giocare apparentemente su più tavoli e provare a chiudere un accordo al “minimo sindacale”. In questi anni in realtà, i volumi di attività del call center di Enel Energia sono stati tali da giustificare il ricorso stabile a migliaia di ore di lavoro supplementare e a nuove assunzioni.
Per queste ragioni continueremo a rivendicare sia la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, diretti e indiretti, del reddito e dei diritti acquisiti delle lavoratrici e dei lavoratori, sia il superamento dei contratti part time involontari, a partire da quelli con meno ore di lavoro, e la stabilizzazione del precariato. E’ tempo di invertire la rotta sfruttando le contraddizioni di questo sistema brutale. Lo faremo richiamando il committente alla propria responsabilità sociale, coinvolgendo le istituzioni e organizzando la lotta per rompere la gabbia degli appalti e restituire stabilità e dignità alle decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori impiegati in questo settore.
USB Lavoro Privato Taranto