Avvocato Mario Soggia, ufficio legale USB: “Il giudice ha invitato le parti a risolvere la vicenda in sede conciliativa stragiudiziale e ha sollecitato le parti ad individuare una soluzione che preveda l’assunzione a tempo indeterminato dei 47 operatori, rinunciando alle retribuzioni pregresse, oppure a trovare vie alternative in termini esclusivamente indennitari e risarcitori. La posizione dell’Usb permane la stessa a favore dell’assunzione con contratto a tempo indeterminato degli operatori che hanno prestato la loro attività durante l’emergenza Covid, ritenendo ingiusta una chiusura della vertenza con l’esclusivo indennizzo economico. La causa è stata rinviata al 15 dicembre al fine di dare il tempo alle parti per valutare la proposta conciliativa”.

 
Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto: “Considero il fatto di dover ricorrere al Giudice del Lavoro per risolvere in particolare questa vicenda, una sconfitta della politica che dovrebbe certamente riflettere. Riflettere soprattutto sul fatto che, quando tutti eravamo chiusi in casa per paura e per necessità di difenderci dal contagio, questi lavoratori venivano definiti  ”Eroi” nei telegiornali, eroi dei quali però la politica si è dimenticata in fretta. Mi sento di dire che questo produce la distanza dei cittadini, e nel caso specifico dei lavoratori, dalla politica e quindi si spiega facilmente il dato relativo all’affluenza alle urne nelle ultime elezioni. Noi, tornando alla vertenza, a questo punto ci aspettiamo la migliore soluzione, certi del grande lavoro che sta portando avanti il nostro legale Mario Soggia”.

Queste le dichiarazioni a caldo del coordinatore provinciale dell’USB di Taranto, Franco Rizzo e dell’avvocato Mario Soggia oggi, presso il Tribunale di Taranto, al termine della prima udienza del ricorso presentato dall’ ufficio legale dell’Usb, contro la Sanitaservice in merito alla vicenda che riguarda i 47 operatori che sono stati impiegati nelle strutture ospedaliere Covid quando l’emergenza sanitaria era nel pieno. Si tratta di lavoratori che, seppur di fronte ad un contratto a tempo determinato di soli tre mesi, non hanno rifiutato l’opportunità lavorativa, ma al contrario si sono adoperati per svolgere al meglio determinate mansioni, nonostante fossero consapevoli dell’alto rischio di contagio. Tra di loro peraltro anche soggetti fragili dal punto di vista sanitario. Il contratto è stato prorogato fino al 28 febbraio scorso, data dalla quale i 47 lavoratori sono fermi.

Durante l’udienza, si è tenuto un presidio  dell’USB e dei lavoratori interessati, davanti all’ingresso del Tribunale.

RICORSO  
Il ricorso presentato dall’ufficio legale del sindacato va ad evidenziare una serie di presupposti ritenuti inconsistenti sulla base dei quali i lavoratori in questione sono al momento di fatto fuori dall’attività lavorativa. Presso la Sanitaservice di Taranto infatti si è proceduto allo svolgimento del concorso e alla chiamata di coloro che vi hanno partecipato, senza tenere in minimo conto la presenza dei 47 precari che, in base al d.lgs 81/2015, avrebbero dovuto essere messi in condizione, manifestandone la volontà, di esercitare un diritto di prelazione nelle assunzioni a tempo indeterminato.

Ciò non è accaduto, al contrario si ravvisa nell’atteggiamento assunto da Sanitaservice una condotta illecita, nello specifico una disparità di trattamento, certamente non ispirata ai fondamentali principi di imparzialità, ragionevolezza e buon andamento.
Risulta pertanto irragionevole che vengano richiesti requisiti diversi a seconda del contratto da applicare pur trattandosi dello stesso profilo professionale; per quello a tempo determinato risulta sufficiente lo stato di disoccupazione e l’iscrizione negli elenchi del Centro per l’impiego, mentre per quello a tempo indeterminato è stata richiesta una preselezione di cultura generale, una prova orale e la valutazione, mediante punteggio, dei titoli di studio, fatto che ha ovviamente determinato l’esclusione di una grande platea di lavoratori che andavano certamente bene nel  periodo più complicato e rischioso, ma che al termine hanno ricevuto il benservito e sono stati messi alla porta. Si aggiunge che, alle ordinarie operazioni previste per la mansione di “ausiliario pulitore”, agli operatori che hanno lavorato durante la pandemia, è stato anche chiesto di eseguire attività di sanificazione mirata alla eliminazione di batteri e agenti contaminanti, che va ben oltre le semplici pulizie.

Opportuno sarebbe stato certamente far scorrere le graduatorie del concorso solo una volta assorbite le 47 unità rappresentate dai precari, come del resto è avvenuto in altri contesti pugliesi.
Sulla base di tutto ciò, l’ufficio legale dell’Usb mira attraverso il ricorso all’inserimento nell’organico della Sanitaservice dei precari attraverso una nuova procedura di reclutamento del personale a tempo indeterminato.

 

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